Parole giovani: i nostri talenti si mettono in gioco
Gaeta: cantata da Omero come tappa del viaggio di Enea; segnata dal periodo romano, dalle conquiste saracene; patria dell’evento conclusivo del Festival dei giovani. 19-20-21 aprile, le date in cui si terranno gli ultimi incontri di un festival che ha viaggiato in tutt’Italia. A conclusione del percorso, la premiazione di uno dei progetti PCTO promossi: Parole Giovani. Anche alcuni talenti della nostra scuola concorrono per i premi in palio assegnati da Scuola Holden, Mondadori e Pigna Monocromo. Sono tre le redazioni che si sono formate:
Redazione 5D, Redazione Dolc3am4ro, Redazione Realfeder.
Abbiamo la fortuna di averle qui con noi oggi, conosciamole più da vicino.
Oggi parleremo un po’ dei vostri racconti. Ma prima che ne dite di presentarvi?
Redazione 5D: Noi siamo Alessio Cucchi, Giulia Galante e Giulia Carugno.
Redazione Dolc3am4ro: Noi siamo Beatrice Marconi, Camilla Delle Grotti e Mattia Simoncelli.
Redazione Realfeder: Io partecipo da solo, sono Federico Reale.
Perchè avete deciso di partecipare?
RD: Io e Beatrice amiamo scrivere, mentre Mattia è portato per i social. Ci sembrava la giusta occasione per mettere alla prova le nostre passioni.
R5D: La nostra professoressa di italiano ce lo ha proposto e noi ci siamo trovati subito in sintonia nell’affrontare quest’avventura.
RR: L’idea era nata l’anno scorso, ma non avendo niente di stimolante da scrivere ho preferito rimandare sperando che sarebbe tornato come PCTO. Visto che mi piace leggere, volevo provare a scrivere qualcosa, sapendo perfettamente di non avere abbastanza conoscenze in campo letterario né uno stile di scrittura appropriato. È stato principalmente un esperimento, mentirei se non tirassi in ballo la necessità di ore di PCTO e la mancanza di corsi più interessanti.
Come si intitolano i vostri racconti e di cosa parlano?
R5D: “Omicidio a Vicalvi” è una storia locale di omicidio, in cui la vittima è una ragazza che non voleva sottostare alle imposizioni di altri.
RR: “Amore a distanza”. È la storia di due innamorati che si separano e poi si ritrovano ad essere vicini di casa.
RD: “DolceAmar(o)”. Tratta di una ragazza che prende consapevolezza delle sue idee. Capisce che in una realtà, anche se non nella sua attuale, riuscirà a provare amore. Non vogliamo dire troppo, no spoiler.
Perché avete scelto questo tema?
RR: Perché volevo creare uno scenario realistico e questo mi sembrava il modo migliore per ottenerlo.
RD: Ci sembrava molto vicino alla nostra età e ai drammi che essa porta. Ci ha permesso di aprire una parte di noi e di capirla meglio.
R5D: Volevamo dare un tono accattivante al nostro racconto. Con il giallo siamo riusciti a fare esattamente ciò che volevamo: scrivere la stessa storia da tre punti di vista diversi per fare emergere le nostre personalità.
Capiamo che non avete scritto a sei mani. Come avete deciso chi doveva scrivere cosa?
R5D: No, non abbiamo scritto insieme. Abbiamo pensato all’impostazione del racconto e poi assegnato le parti in base al nostro modo di scrivere. ognuno si è immedesimato nel personaggio che gli ha trasmesso maggiori emozioni. Io, Giulia Carugno, sono l’assassino ed entrare nella sua mente mi ha fatto confrontare con sentimenti mai provati. Io, Alessio, sono la vittima e di essa mi ha colpito la sua voglia di libertà. Io, Giulia Galante, sono il detective. La mia curiosità per il macabro mi ha avvicinata a questo personaggio, ma non posso negare che anche i libri di Mirko Zilhaihanno dato il loro contributo.
E invece voi di Dolc3am4ro come vi siete trovati a scrivere insieme?
RD: Io e Camilla ci siamo trovate molto bene. pur avendo modi di scrivere diversi, siamo riuscite a conciliarli e a formare uno stile tutto nostro. Abbiamo scoperto anche che a entrambe piace appuntarsi idee, pensieri sulle note del telefono, dove abbiamo trovato molti spunti da seguire per stendere il racconto. È stato un lavoro fatto dall’inizio a quattro mani, ora al Mc Donald’s, ora in biblioteca, ora in classe. Questa avventura ci ha portate a conoscerci meglio, ma anche a divertirci molto.
Da cosa siete partiti per scrivere il vostro racconto?
RR: Nel testo che ho scritto sono partito da una mia fantasia e l’ho sviluppata.
RD: Siamo partite da un’immagine trovata per caso e poi un TikTok ci ha chiarito le idee su quella che era l’impostazione che volevamo dare al nostro racconto.
R5D: Volevamo semplicemente mettere in luce una storia del nostro territorio e, dopo una ricerca, abbiamo trovato il caso che faceva per noi.
Avete trovato difficoltà a restare nel limite dei caratteri?
R5D: Decisamente si! Avendo scritto separatamente non ci siamo resi conto che avevamo superato di molto il limite. Abbiamo trovato difficoltà nell’ eliminare battute o addirittura interi periodi. Abbiamo perfino dovuto cercare sinonimi con meno lettere per rientrare nei caratteri!
RD: All’inizio pensavamo fossero davvero pochi. Poi ci siamo rese conto che erano sufficienti per scrivere tutto ciò che avevamo pensato.
RR: Sì. Essendo il primo testo “serio” che ho provato a scrivere sono conscio della mediocrità del risultato, nella mia testa avevo in mente benaltro, ma non sono riuscito a conciliare idee e numero di caratteri.
Siamo quasi alla premiazione. Volete farvi un augurio particolare?
RD: Ci auguriamo sicuramente di vincere, ma se così non fosse speriamo di arrivare almeno al cuore di qualcuno.
R5D: Anche per noi è così, ma ci siamo divertiti e già questo ci rende molto contenti.
RR: Mi auguro di migliorare ancora. Quest’esperienza, comunque vada, mi ha reso consapevole della mia scrittura.
Grazie a tutti per essere stati con noi. AD MAJORA SEMPER!!
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Camilla Delle Grotti – Beatrice Marconi IV C