SECONDO PREMIO: alunne Abate Aurora, D’Agostini Mariastella, La Marra Rebecca.
Istituto Comprensivo Atina – Scuola secondaria di primo grado – Sez. staccata Villa Latina – Classe IIID
Docente referente: prof. ssa Vacca Alfonsina
Senza passato non ci può essere futuro: è questo ciò che pensiamo,nonostante gli sbagli e le decisioni magari avventate prese da chi ha vissuto sulla Terra prima di noi: queste, infatti, per quanto possano essere state errate, sono la nostra “storia”, il nostro passato che riteniamo davvero importante. Noi dovremmo tutti imparare dall’antichità e rimediare agli errori commessi, solo così potremo rendere il mondo il luogo che tutti sogniamo: il mondo ideale. Siamo sensibili, perciò, a tutto ciò che proviene dal passato e che, magari, potrebbe essere attualmente ancora utile e significativo se interpretato senza pregiudizi; per questa ragione ci soffermeremo a parlare di uno dei mosaici più belli che conosciamo, il quale non si trova in grandi città come Roma o Milano, bensì proprio nel Palazzo Ducale della nostra Atina. Quest’opera ci ha incuriosito molto, anche per la sua data di creazione: “Il guerriero sannita”, in tessere bianche e nere, è databile intorno al II sec. d. C.. Raffigura, oltre a motivi geometrici, un guerriero sannita in quattro posizioni di assalto.
Il meraviglioso mosaico ci porta a ricordare che Atina in tempi antichi ha avuto una cultura fortemente influenzata dal popolo italico dei Sanniti. E’ un capolavoro artistico molto antico, tuttavia ancora in ottime condizioni, ma quale fu davvero il motivo della sua ideazione? Come si può intuire dal titolo del mosaico, tale reperto venne costruito quasi sicuramente in memoria di una importante battaglia sannita: non ci sono fonti molto precise, ma con molta probabilità questa guerra coinvolse anche Atina, la quale, all’epoca, era una grande potenza (“Atina potens” così come la definì il poeta Virgilio), anche se molto spesso tendiamo a dimenticarlo, oppure non siamo addirittura a conoscenza dell’importanza passata del Paese in cui viviamo.
Riteniamo questo mosaico davvero attuale e significativo: ci ricorda che nell’antichità la nostra Valle era molto contesa tra diversi popoli e che la nostra discendenza sannita ci ha dato grande rilevanza e molto potere anche nei confronti di un importatane popolo come quello dei Romani, ciò dovrebbe renderci orgogliosi del nostro passato, della storia che abbiamo alle nostre spalle. Adesso che conosciamo un po’ meglio questa opera, grazie anche alla curiosità che ci ha spinte a fare ulteriori ricerche per approfondire le nostre conoscenze a riguardo, ci sentiamo molto più complete e molto probabilmente questa “scoperta” ci aiuterà nella nostra crescita personale, nel nostro sviluppo umano e sociale: adesso sappiamo, infatti, che non dobbiamo più screditare Atina o gli altri paesini apparentemente insignificanti del territorio, perché tutti hanno una loro “storia”, così come accade anche per ogni uomo: ognuno di noi, per quanto insulso possa apparire o sentirsi, in realtà dentro di sé ha tanto da offrire e sicuramente creerà una propria storia fantastica, magari migliore di tante altre, perché tutti noi siamo importanti: la ricerca su quest’opera ce lo ha ricordato.
Ma parlando proprio del mosaico in sé, c’è un altro e forse più importante messaggio che si nasconde tra le tessere del labirinto in cui è inserito il guerriero: questo spazio contorto potrebbe rappresentare, a parer nostro, la confusione che ci affligge nei momenti in cui non sappiamo quale scelta prendere, decisioni serie che, magari, influenzeranno il nostro futuro in negativo se si sceglie la strada sbagliata: dunque, come il guerriero intrappolato nel labirinto, il quale si trova in quattro riquadri assumendo in ognuno di essi una posa di assalto differente, dovrà decidere quale percorso seguire per uscirne, anche noi siamo a nostra volta “intrappolati” tra le nostre scelte: magari quelle quattro posizioni simboleggiano (o almeno così ci piace pensare) le quattro strade, apparentemente tutte simili, che l’Uomo raffigurato si trova davanti, ma delle quali solo una lo condurrà davvero all’ uscita, sano e salvo. Questa, pensiamo, è una grande metafora della nostra vita, perché il guerriero rappresenta noi e le quattro “stanze” in cui è inserito, sono i percorsi che intraprenderemo in seguito alle nostre decisioni, ai nostri sbagli, ai nostri successi, a tutto ciò, insomma, che ci riserverà il futuro; ma questo mosaico vuole nello stesso tempo ricordarci che, anche se faremo una sola scelta sbagliata, dovremo ricominciare tutto da capo, come quando ci si perde in un labirinto: questa lettura rafforza ancora di più la nostra opinione sulla contemporaneità di tale opera.
Abate Aurora, D’Agostini Mariastella, La Marra Rebecca
Classe IIID