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Inonda le case di tutti, come un temporale improvviso! 

Si parla della nuova serie dal titolo Strappare lungo i bordi, uscita il  17 novembre su Netflix. Scritta e diretta dal fumettista Michele Rech, in arte Zerocaclare, Strappare lungo i bordi è una serie italiana, completamente in romanesco. 

Sei episodi di circa 20 minuti ciascuno bastano a rappresentare l’esistenza secondo Zero: una linea tratteggiata da strappare mano a mano, mentre il futuro si presenta come un disegno preciso. Armadillo, Secco, Sarah e Alice accompagnano Zero in un viaggio di cui l’antagonista è l’universo, un viaggio in cui solo alla fine si scoprirà la destinazione. Un flusso inarrestabile di coscienza, resa reale proprio dall’Armadillo, offre allo spettatore importanti lezioni di vita. La serie è narrata in voice over dal protagonista, come ad essere una catena di immagini che scorrono sotto gli occhi di zero. Strappare lungo i bordi è la rappresentazione perfetta delle fragilità e  dell’animo umano, dei sogni e delle delusioni che caratterizzano tutte le generazioni. Attraverso un linguaggio semplice ma complesso nel significato, l’autore fa entrare tutti nel suo mondo che, alla fine, è il mondo reale. Ed è così che la lamentela sul disordine in casa diventa un modo per parlare di cosa significhi cercare e creare i propri spazi personali. Il tutto accompagnato da frasi profonde che, a primo impatto, strappano un sorriso. Basti pensare che, pochi minuti dopo la primissima scena, l’Armadillo dice a Zero che è cintura nera di come si schiva la vita,  la stessa vita che sembra imperfetta agli occhi di chi la vive, ma infondo “semo pure stupidi perché se impuntamo a fa’ il confronto con le vite degli altri”, dimenticando che la perfezione si ottiene mettendo a fuoco le proprie imperfezioni. È importante  poi capire che “non posso trovà fuori quello che me manca dentro” e che “c’è qualcosa di incredibilmente rasserenante nell”essere solo un filo d’erba”.

Insomma, Strappare lungo i bordi è una vera e propria seduta di psicoterapia da godersi comodamente sul proprio divano. Una buona scorta di fazzoletti sono necessari per affrontare i tre radicali cambiamenti del registro emotivo presenti nella serie: risate, noia e infine senso di strazio leggero, che basta a far scendere più di qualche lacrima.

Vale davvero la pena dare a questo fumetto la possibilità di insegnare a pensare in modo diverso, migliore.

Beatrice Marconi – Classe IIIC

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