A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di ritrovarsi a canticchiare una canzoncina per ore ed ore, senza riuscire a togliersela dalla testa. Questo fenomeno è comunemente chiamato “earworms”, tradotto dall’inglese come “tarli dell’orecchio”. I tarli non sono altro che melodie, ritmi, suoni, ritornelli che continuano a ripetersi all’infinito nella nostra mente e che non riusciamo a far smettere. Essendo un’esperienza estremamente comune, vissuta infatti da circa il 98% delle persone, alcuni scienziati hanno deciso di intraprendere vere e proprie ricerche, dando al fenomeno il nome ufficiale di INMI (Involuntary Musical Imagery). La musica che più spesso si presta a diventare earworm ha specifiche caratteristiche, che i compositori musicali conoscono e sanno sfruttare bene, come ad esempio la semplicità, un ritornello ripetitivo, un ritmo veloce e sincopato e talvolta anche un risvolto inaspettato, che stimola l’attenzione dell’ascoltatore e ne rende più facile la memorizzazione. Un motivetto può entrare in testa perfino senza il bisogno di ascoltare musica. A volte basta anche solo che qualcuno ci ricordi il titolo di una canzone per rimanere bloccati in un loop. Una delle possibili cause degli IMNI, individuata da studi recenti, è l’essere continuamente esposti ad una canzone, attraverso l’ascolto volontario ma anche involontario, come ad esempio quando in un negozio viene riprodotta una melodia di sottofondo che ci intrattiene durante la spesa, oppure quando, guardando la televisione, compare una pubblicità accompagnata da un jingle. Un secondo motivo plausibile è stato invece identificato nella tendenza a collegare una canzone a forti emozioni o a circostanze, positive o negative che siano. Ritrovandosi dunque in quel medesimo stato emotivo o in quell’analoga situazione, la nostra memoria si attiva ed è altamente probabile che lo stesso brano, ascoltato in quei momenti già vissuti, si ripresenti. Questi tarli, alle volte, possono essere piacevoli, ma generalmente essi risultano solamente frustranti, soprattutto se durano per più di qualche ora. Nello specifico, nel 15% dei casi, diventano particolarmente fastidiosi e invadenti, ricadendo nel campo dei disturbi ossessivo-compulsivi in cui la musica può avere un effetto devastante sulla mente di chi ne soffre. Per tutti gli altri, invece, resta un’esperienza passeggera e risolvibile. Difatti, lasciandosi trasportare e non opponendo resistenza, l’earworm tende ad andarsene da solo. Esistono, poi, anche vari trucchetti per tentare di risolvere questo problema il prima possibile: cantare ad alta voce un altro ritornello, essere occupati o distratti mentalmente, ascoltare per intero la canzone che ci tormenta potrebbero risultare metodi utili e calmanti. Ma il rimedio più impensabile e forse anche quello più efficace per combattere gli IMNI, sostenuto anche da evidenze scientifiche, consiste semplicemente nel mettere in bocca una gomma da masticare, la quale si è scoperto essere in grado di ridurre il numero di pensieri musicali indesiderati.
Martina Scala