In pochi sanno che l’odore attuale che caratterizza l’Europa, è completamente diverso rispetto all’aroma che faceva da sfondo al nostro continente solo 500 anni fa. Proprio per questo un team di storici, scienziati ed esperti di intelligenza artificiale si è riunito per dare vita ad un particolare ed originale progetto, che ha lo scopo di ricostruire gli aromi e le puzze, che ci avrebbero accompagnato in un viaggio nel Vecchio Continente tra il XVI e il XX secolo. L’iniziativa prende il nome di “Odeuropa: Negoziando Esperienze Olfattive e Sensoriali nella Pratica e Ricerca dei Beni Culturali” e, riconoscendo l’importante ruolo che hanno gli odori nella percezione del mondo, va ad arricchire la storia europea già dettagliatamente analizzata e ricostruita dai tempi antichi ai giorni d’oggi, ma che spesso pecca in elementi olfattivi che riuscirebbero a renderla più realistica ed avvincente. Il progetto è della durata di circa tre anni ed è stato finanziato dall’Unione Europea tramite l’EU Horizon 2020, un programma volto a finanziare la ricerca e l’innovazione all’interno della stessa.
In una prima fase di “Odeuropa” si insegnerà ad un computer come “vedere un odore”, cioè l’intelligenza artificiale verrà utilizzata per la scansione della maggior parte dei testi scritti in Europa dal 1500 in poi, in cerca di riferimenti olfattivi. Oltretutto sarà messo a punto un sistema di riconoscimento delle immagini, che avrà il ruolo di individuare tra dipinti e opere d’arte tutti quegli elementi visivi che possono essere collegati in qualche modo agli odori (dal cibo, ai fiori, agli animali). Infatti lo storico inglese William Tullett spiega come nei testi antichi dal XVI secolo in poi, si faccia spesso riferimento a odori tipici della quotidianità, come il tabacco oppure l’incenso, caratteristico della vita religiosa che rivestiva un ruolo importante soprattutto nel Medioevo. Altri esempi potrebbero essere quelli di aromi che in passato ricoprivano un ruolo di rilevante importanza, come il rosmarino che era ritenuto dai medici del 1600 una barriera contro la peste, o i sali di ammonio che venivano impiegati come rimedio contro fatica e svenimenti. Si aggiungono gli odori industriali, di cui ci parla Sara Tonelli della Fondazione Bruno Kessler, che per i futuristi italiani rappresentavano segni di un futuro avanzato. Non mancano gli odori che hanno caratterizzato la vita sociale ed economica Europea la cui percezione nel tempo è profondamente mutata. Il tabacco ne costituisce un esempio: arrivato nel nostro continente nel ‘500 si è affermato come prodotto esotico, per diventare in seguito parte dello sfondo olfattivo della maggior parte delle città. Fino ad essere poi classificato, in tempi recenti, come puzza e abitudine da arginare e limitare in ogni modo.
Una volta raccolti e classificati tutti questi odori incontrati in 5 secoli di arte e letteratura, essi confluiranno in una sorta di enciclopedia degli odori online chiamata “Encyclopedia of Smell Heritage” (“Enciclopedia del Patrimonio Olfattivo”). Da qui la collaborazione dei ricercatori con chimici e tecnici per ricostruire le tracce olfattive del passato, con l’obiettivo di esporle nei musei e in luoghi storici. Sarà decisamente più coinvolgente e veritiera l’esperienza dei visitatori.
Mariavittoria Iafrati