Nonostante sia passato quasi un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19, solo
recentemente si è iniziato a mettere in luce la possibilità di ripercussioni sulla sfera
psicologica delle persone. Quindi, cosa può comportare questo stile di vita nuovo ed
innaturale?
Secondo diversi studi, anch’essi recenti, sono aumentati i rischi di sviluppare
depressione, attacchi d’ansia, disturbi da stress post-traumatico, senza parlare del
peggioramento di quei casi con patologie pregresse. Sono i risultati della pressione
causata dalla convivenza con un virus invisibile e imprevedibile e con tutto ciò che ne
segue. In una frase: stiamo somatizzando l’incertezza per il presente e per il futuro.
È facile immaginare che la categoria più colpita siano proprio gli adolescenti,
immersi completamente nella fase di ricerca e definizione della propria identità.
Soffrono per il completo azzeramento delle relazioni interpersonali e di tutte quelle
attività, caso esemplare lo sport, che davano benessere, ma che, soprattutto,
rappresentavano occasioni sociali. Come fare per assecondare i propri interessi, per
seguire le proprie passioni, per non spegnere le proprie amicizie? Un altro fattore da
considerare è l’uso sovrabbondante di Internet e dei mezzi tecnologici, alienanti già
per natura. Se questa situazione dovesse continuare, potrebbe portare a qualcosa in
più: assorti nel capire cosa stia succedendo, potremmo cadere nell’apatia e diventare
come quelli che i media definiscono da poco “neet”(persone, soprattutto di giovane
età, che né studiano , né lavorano, né frequentano un qualsiasi tipo di corso
formazione professionale).
Ma questa momento, tragico per tutti, ci legittima davvero a cadere nell’inettitudine?
No, non ci si può permettere di cullarsi sugli allori, di lasciarsi mandare avanti per
inerzia da questo nuovo stile di vita caratterizzato dalla dilatazione dei tempi, dal
vivere alla giornata. Bisogna agire, a maggior ragione se si è giovani o giovanissimi,
in funzione di quella responsabilità per se stessi e per gli altri, della consapevolezza
di “comunità”, del senso civico così necessari, oggi più che mai.
Flavia Di Sano