Il giorno 29 novembre 2017 gli alunni delle classi 2A e 4C del liceo scientifico L. Da Vinci(Sora) hanno presenziato allo spettacolo teatrale “Esperanto”, di M.Cosentini, tenuto presso il Teatro Argentina di Roma.
Protagonisti delle vicende i membri di una ipotetica famiglia(mamma, papà, tre figli adolescenti) che si trovano ad affrontare ogni giorno le difficoltà nel comunicare tra loro; da qui il titolo, diretto riferimento alla lingua sviluppata dal polacco L.L. Zamenhof, al fine di inventare un sistema di comunicazione universale semplice ed efficace. Il tema centrale è quindi il linguaggio inteso come la capacità di relazionarsi con gli altri, siano essi appartenenti alla sfera familiare o a quella meno intima delle amicizie e delle conoscenze, analizzato dal punto di vista degli adolescenti. Perché nella concezione stereotipata che oggi si ha del tipico teenager spesso non si tiene conto che le difficoltà del parlare non dipendono dalle differenze generazionali, bensì dai caratteri turbolenti, dalle insicurezze e dal senso di disagio e inadeguatezza che ne deriva, caratterizzanti dell’universo di questi ragazzi. Le vicende analizzano i personaggi singolarmente o in relazione ad altri: sfoghi puri e sinceri nei soliloqui, l’impostazione formale della famiglia discriminante nell’esprimersi, gli atteggiamenti “anomali” adottati tra amici, le maschere per proteggersi dall’estraneo e dal suo giudizio sono i vari livelli del carattere umano, arginato artificialmente in essi da norme morali e personali che costituiscono un intralcio a parlare. Perché il linguaggio è primitivo, essenziale, genuino quanto schietto, talmente pericoloso per la persone da essere stati costretti ad imporre formaltà e barriere che ne limitano l’uso e l’efficacia: gli episodi mostrano come molte problematiche nascano e maturino anche in un ambiente quotidiano e protetto, come la famiglia, a causa del silenzio così imposto.
Quanto un genitore può dire di conoscere suo figlio? E quanto un figlio può dire di conoscere i suoi genitori? Perché si è estranei l’uno all’altro? Oppure siamo estranei a noi stessi,così incapaci di comunicare e di recepire tali stimoli? Perché una comunicazione errata ci può portare a fraintendere pensieri e idee, a non aprirci; mentre la non comunicazione ci preclude ogni tipo di scambio, di confidenza, di verità, e ci rende sconosciuti.
Flavia Di Sano