Sora, 20 marzo 2017
Noi ragazzi del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Sora abbiamo deciso di intervistare le docenti ungheresi che hanno accompagnato le loro alunne nella nostra scuola per prendere parte allo scambio culturale, una delle numerose attività che ogni anno il nostro liceo organizza.
«Siete state in Italia precedentemente oppure per voi è la prima volta?»
«Noi professoresse siamo state qui più volte. Per le ragazze, invece, è un’esperienza nuova e unica.»
«Qual è stata la prima impressione che avete avuto di noi alunni e dei nostri professori?»
«Il primo impatto è stato molto positivo. Sia voi studenti e sia i vostri professori, siete persone molto disponibili e gentili. Ci avete accolto con molta cortesia e questo ci fa molto piacere.»
«Quali differenze avete notato tra il nostro e il vostro sistema scolastico?»
«Anzitutto noi iniziamo le lezioni alle 7:50 e finiamo alle 14 o alle 15 in quanto abbiamo la settimana corta. Ogni ora dura quarantacinque minuti e tra una lezione e l’altra ci sono dieci minuti di pausa. La nostra scuola elementare dura otto anni, perché comprende anche la scuola media. Dopo di che si accede direttamente alla scuola superiore. La differenza tra il vostro liceo e il nostro è che mentre voi qui avete diverse alternative (classico, scientifico, istituto tecnico, etc…), da noi c’è un unico indirizzo, però ci sono le classi specializzate, così che ogni studente può costruirsi il proprio percorso di studi. Anche la valutazione è diversa, infatti da noi il voto va da 1 a 5. Inoltre, quella che voi chiamate “laurea” è paragonabile al nostro diploma che i ragazzi ungheresi ricevono dopo aver terminato il liceo. Il nostro istituto è dotato anche di un collegio; tant’è vero, che la maggior parte dei ragazzi, proprio perché abitano troppo lontano da Sàrospatack, vivono e studiano qui, ma allo stesso tempo devono rispettare alcune regole molto rigide.»
«Vi piace il cibo italiano?»
«Sì, qui da voi si mangia veramente bene, anche se noi abbiamo tutt’altre abitudini. Noi professoresse, essendo già state qui, avevamo già mangiato cibo italiano. Per le nostre ragazze all’inizio è stato un po’ difficile. La principale differenza riguarda la colazione: da voi è dolce, mentre da noi è prevalentemente salata. In Ungheria mangiamo pochissime verdure e come contorno usiamo soprattutto sottaceti. Inoltre, la vostra pasta rappresenta per noi un secondo piatto e ci piace condirla con marmellate, noci e zucchero, abbinamenti che per voi sembrano strani.»
«Cosa pensate della gita a Gaeta? Vi è piaciuta?»
«Beh è stata una bellissima esperienza, anche se il tempo purtroppo non era dei migliori. Considerando il fatto che molte delle ragazze non hanno mai visto il mare nella loro vita e quella è stata per loro la prima volta, hanno giocato con la sabbia e immerso i loro piedi nell’acqua, nonostante fosse fredda. La montagna spaccata e la grotta sono molto suggestive e una cosa che ci ha fatto sorridere è stato l’incontro con una signora che nel 1970 era stata proprio nella nostra cittadina a fare uno scambio culturale. Com’è piccolo il mondo!»
«Noi italiani siamo veramente come voi stranieri ci descrivete?»
«La cosa che abbiamo subito notato è che siete molto rumorosi; vi piace alzare la voce, cosa che per noi è molto strana, infatti anche a scuola i nostri studenti sono tenuti a stare in un rigido silenzio. Un italiano tipico sa cantare, infatti appena siamo arrivati qui ci avete accolto con canti e balli.»
«Vi ringraziamo per la vostra collaborazione. Poterci confrontare con abitudini diverse dalle nostre e imparare cose nuove ha rappresentato per noi un’occasione di crescita. Ora però, vorremmo chiedervi un ultimo favore: potreste salutarci in ungherese?»
«Ma certo! Viszlàt!»
Battista Martina
Chiarlitti Francesca
Sbardella Noemi
Sera Johnny