Oggi voglio raccontarvi una storia…Voglio raccontarvi di un oggetto…una tradizione…una giovane donna, un’anziana signora…Voglio raccontarvi di due amiche inseparabili che ora vivono nel ricordo di 57 anni fa. Trascorrendo insieme gli ultimi anni in una piccolo paese.
C’era una volta un giovane recipiente in terracotta con il collo ma senza testa, con le braccia ma senza mani, con il sedere ma senza piedi…Era una giovane cannata figlia del vasaio più conosciuto di una piccola cittadina della Ciociaria. L’artista aveva un debole per quella sua creazione così decise di non venderla ma ne accrebbe il valore facendone dono alla sua primogenita Restituta. Era il 5 Agosto 1952, il 13° compleanno della giovane per cui, secondo la tradizione, era arrivato per lei il momento di intraprendere il suo piccolo e primo lavoro, un lavoro che alla sua età era simbolo di una crescita personale perché entrava a far parte della sua terra: la Ciociaria. Fu quel giorno che Restituta ricevette la giovane cannata, un pennello, e una tempera costosa di un rosso mattone. La giovane passò il suo compleanno nella sua piccola stanza, chiuse gli occhi, il pennello tra le sue mani e la bellezza della cannata che fioriva da una pennellata e l’altra. Il giorno seguente, alle prime ore del mattino, le due nuove compagne erano pronte , pronte alla loro prima avventura. Restituta fece per aprire la porta e, con la cannata tra le mani, rimase lì sull’uscio dell’entrata e osservò per pochi minuti quell’immagine…c’erano 4-5 giovani donne che all’unisono misero sulla testa grosse cannate appoggiandole su un panno arrotolato (cercine) e cominciarono il loro cammino verso la fonte apparentemente senza fatica. Il suo non era un panno ma un semplice fazzoletto che collaborò a sostenere la cannata. La piccola Restituta decise di imitare le perfette donne ciociare che, raggiunta la fonte, riempivano le loro grosse cannate. Eccole poi rimettersele sulla testa appoggiandole su quella ciambella di stoffa che veniva arrotolata con molta disinvoltura e tranquillità e, eccole riprendere la strada di casa continuando a chiacchierare tra loro. La giornata passò per le due ciociarette osservando con meraviglia il loro futuro…Come in tutte le migliori storie passarono gli anni, ora Restituta aveva 20 anni, la sua bellezza restava unica, la sua corporatura era cambiata in meglio, perché era più simile alla sua cannata, se ve lo siete chiesto, certo le loro passeggiate mattutine continuavano quotidianamente……. Erano due vere professioniste ….Avreste dovuto vedere come la cannata si immergeva nelle acque della fonte e ne usciva carica di acqua e come l’ormai donna con la delicatezza di una farfalla e la forza di un gigante, se la portava alla testa .I giorni di festa le toccava portare l’acqua potabile a casa dei suoi parenti e la strada che portava alle case era impervia, sconnessa, in salita, o in discesa, acciottolata, ma la donna non si scomponeva e procedeva lungo il cammino con la brocca che dondolava sulla testa rimanendo ben ferma fino all’arrivo a destinazione……Mentre si rincorrevano ricordi, sensazioni, emozioni, colori, sapori e profumi di questa storia riaffiorarono nella mente di Restituta e della sua cannata ,poi all’improvviso vennero interrotti dal colpo all’uscio di quella piccola casa dimenticata …..L’anziana donna con fatica raggiunge la porta e quando la apre ,di fronte a lei vede tre giovani fanciulle che litigano per decidere chi debba parlare, poi una di loro si fa coraggio; la loro proposta meraviglia Restituita: le chiedono il permesso di utilizzare la cara cannata per una delle manifestazioni più sentite nella zona :il Gonfalone di Arpino……Guarda la brocca e prende una decisione…….Le fa accomodare e con le mani al cuore dice:<< Fu il dono per il mio 13° compleanno e oggi voglio farne dono a voi non merita di vivere rinchiusa in questa casa, spolveratela ma non riverniciatela la sua bellezza è proprio quella sua pittura astratta fatta a occhi chiusi. Lascio nelle vostre mani la tradizione di un oggetto scomparso avete il compito di tramandare questa tradizione anche solo con una corsa e ora custodite questo dono come un bene prezioso. La tradizione è l’unione degli usi e costumi e dei valori ad essi legati che ogni generazione, dopo aver appreso, conservato, modificato dalla precedente, trasmette alle generazioni successive che attraverso la tradizione tendono a conservare la propria identità, perché senza di essa non possono realizzare il loro futuro>>…Si alza, la prende, le sorride e le sussurra…è difficile dimenticare…è impossibile dimenticarti
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Metodologia di lavoro: Ciascun alunno della classe 3C ha svolto un lavoro di ricerca individuale consultando fonti diverse, in particolare fonti orali. I risultati di questa ricerca sono stati condivisi ed approfonditi in classe con l’aiuto della docente referente. Ella, a sua volta, ha fornito altro materiale reperito da internet e da fonti varie quali ad esempio opuscoli illustrati del Museo della Ciociaria di Arce. A quel punto i ragazzi hanno scelto quale oggetto scomparso descrivere e in piccoli gruppi o individualmente hanno elaborato un testo. La docente ha selezionato quelli da inviare al concorso in accordo con la classe.
Alunna: Marianna Cipollone
Classe III C
Istituto Comprensivo 2 Sora (Fr)
Secondaria 1° Grado Riccardo Gulia
Docente:Antonella Lauro