Cosa sono e quali sono le sue cause e conseguenze?
La tettonica delle placche è il modello sulla dinamica della terra di cui si occupano le scienze della terra. Questa teoria è in grado di spiegare attraverso l’integrazione con altre discipline i fenomeni della crosta terrestre quali: attività sismica, orogenesi (determina la formazione di un qualsiasi rilievo), la disposizione areale dei vulcani, la variazione di chimismo delle rocce magmatiche, la distribuzione geografica delle faune, flore e fossili durante le diverse ere geologiche. La litosfera, costituita dalla crosta terrestre e dalla parte più esterna del mantello superiore, è suddivisa in una decina di placche tettoniche principali e altre minori; queste placche sono paragonate a zattere che galleggiano sullo strato sottostante del mantello superiore, l’astenosfera. Le zolle tettoniche muovendosi al di sotto della litosfera possono collidere, scorrere l’una accanto all’altra o allontanarsi. Per tale motivo la posizione e la forma dei continenti hanno subito trasformazioni importanti.
Le placche maggiori sono:
I movimenti tettonici traggono energia da “moti convettivi” che avvengono nel mantello terrestre. Infatti il movimento circolare delle celle convettivi (cioè dove avvengono i moti convettivi) genera in superficie i movimenti tettonici, generando un margine divergente quando due masse si allontanano tra loro ed un margine convergente quando si avvicinano fronteggiandosi(orogenesi). Quindi la causa del movimento delle placche è il calore che si trasmette negli strati superiori del pianeta per convenzione. L’origine di questo flusso termico va ricercato nel fenomeno della radioattività presente nel mantello e nucleo terrestre.
La penisola italiana è destinata a cambiare il suo aspetto morfologico nell’arco dei prossimi mille anni. Le stime degli esperti sono confermate dai recenti terremoti, da quelli in Umbria a metà degli anni Novanta , fino agli ultimi di Amatrice, Castelsantangelo sul nera e Norcia.
L’Italia appartiene alla placca eurasiatica sulla quale preme quella nordafricana in direzione nord. L’attrito tra queste due placche, africana e euroasiatica, provoca i terremoti, generando uno spostamento lento che spinge l’intera penisola in due direzioni.
Un processo lungo e inevitabile che spingerà l’Italia ad avvicinarsi sempre di più a quella balcanica, riducendo fra milioni di anni il mar Adriatico a un canale sempre più stretto.
Ludovico Zarrelli