Era il 4 Maggio 1949 e la squadra che stava dominando la serie A da cinque anni, il Grande Torino, era di ritorno da Lisbona dove aveva disputato un’amichevole contro il Benfica. Il velivolo, che trasportava oltre ai 18 calciatori anche 3 dirigenti granata, 3 membri dello staff, 4 dell’equipaggio e 3 giornalisti, si stava dirigendo verso l’aeroporto del capoluogo Piemontese. Le condizioni meteorologiche erano pessime, con scarsa visibilità, forte vento e pioggia battente. Alle ore 17:03 l’aereo che stava compiendo la sua ultima virata per prepararsi all’atterraggio, si va invece a schiantare contro il terrapieno posteriore della basilica di Superga, che sorge sull’omonimo colle. Non ci furono sopravvissuti, un’intera squadra cancellata, le lacrime di una nazione e, da allora, il ricordo quasi religioso di un evento che ferì gli italiani.
Trascorsero 9 anni, era il 6 Febbraio 1958, e il Manchester United faceva scalo a Monaco di Baviera dopo la partita di Coppa dei Campioni disputata a Belgrado contro la Stella Rossa. Dopo il terzo tentativo di decollo, Alle 15:04 l’aeroplano si schiantò sulla recinzione che circondava l’aeroporto per una perdita di velocità causata dalla neve presente sulla pista. Nell’incidente persero la vita 23 dei 44 passeggeri tra cui calciatori, giornalisti e supporters. Uno dei sopravvissuti fu il grande Sir Bobby Charlton che fece, poi, la storia dei Red Devils e della nazionale inglese.
Si parla di ben altre cifre nel disastro aereo dell’ 11 agosto del 1979 in Ucraina. Ben 178 le vittime. Due aerei della compagnia Aeroflot si scontrano a 9000 metri di altitudine con conseguenze disastrose. Tra le vittime i 17 giocatori di una squadra di massima serie sovietica, il Pakhta Kor Tashkent.
Era invece l’8 dicembre 1987 quando un guasto mal giudicato dai piloti, provoca la collisione dell’ala destra di un velivolo con le acque dell’Oceano Pacifico. l’aereo era in condizioni di scarsa manutenzione e registrava svariati malfunzionamenti nella strumentazione di bordo. Il mezzo s’inabissa. All’interno ci sono i giocatori dell’Alianza Lima considerata una delle migliori squadre di calcio del Perù in quel periodo: 43 i morti.
Nel tardo pomeriggio del 27 aprile 1993 un de Havilland dell’aeronautica militare zambiana si inabissò nell’oceano Atlantico circa 500 metri al largo della vicina Libreville, in Gabon. L’aereo trasportava gran parte della nazionale di calcio zambiana, diretta a Dakar per un incontro con il Senegal valevole per le qualificazioni al campionato mondiale di calcio 1994. Tutti i 25 passeggeri e i 5 membri dell’equipaggio perirono nell’incidente. Un’inchiesta gabonese concluse che la stanchezza del pilota e un errore della strumentazione contribuirono all’accaduto.
Quello della Chapecoense, dunque è solo l’ultimo di numerosi incidenti che si sono verificati nel corso degli anni. Purtroppo, dopo oltre sessant’anni dalla tragedia di Superga siamo qui a piangere delle vittime. L’unica cosa che possiamo fare nel nostro piccolo è non dimenticare. Onorare la memoria di tutte quelle persone che hanno perso la vita, sperando che, quello Colombiano, sia l’ultimo disastro aereo nella storia del calcio.
Gianluca Cirelli