Ogni giorno l’umanità è esposta ad una serie di minacce più o meno preoccupanti e, purtroppo, nella maggior parte dei casi solo pochi studiosi se ne interessano. Abbiamo mai considerato la possibilità dell’eruzione di un super vulcano? O meglio, sappiamo cos’è un supervulcano?. Questo termine è impiegato in vulcanologia per indicare quelle caldere il cui diametro arriva a misurare decine di chilometri. Tali strutture non sono dei veri e propri vulcani, in quanto non è presente un edificio vulcanico visibile sulla superficie terrestre, tuttavia la loro esistenza è manifestata dalla presenza di vari crateri e di un vulcanismo di tipo secondario (geyser, fumarole, sorgenti). Per nostra fortuna, i periodi di quiescienza di questi supervulcani durano di centinaia di migliaia di anni. Tuttavia i geologi non escludono la possibilità di un’eruzione di una di queste caldere nei prossimi anni o decenni.
Il termine “supervulcano”, non è nato dalla mente dei vulcanologi, ma è stato coniato dagli autori di un programma scientifico, Horizon, mandato in onda nel 2000. Alcuni esempi di questi tipi di apparati sono il parco dello Yellowstone, i campi Flegrei e il lago Toba. In caso di una loro eruzione il paesaggio verrebbe radicalmente modificato e il clima terrestre non sarebbe più lo stesso: effetti cataclismatici renderanno “poco semplice” la vita sulla terra.
Secondo il giornale americano Plos one alcuni scienziati ci pongono davanti un dato impressionante: i primi segnali di una eventuale eruzione di un supervulcano si presenteranno molto tardi, conseguentemente, in quel caso, avremo solo un anno per prepararci. Proprio come i terremoti, l’eruzione vulcanica è un evento imprevedibile. Quindi le previsioni non sono assolutamente affidabili. Qualche geologo sostiene che il rischio è grande e un supervulcano potrebbe eruttare da un momento all’altro. Mentre altri affermano che possiamo dormire sonni tranquilli. Chi ha ragione? Nessuno può dirlo. Solo il tempo e il progresso tecnologico potranno risolvere questo dibattito, intensificato dalla recente attività eruttiva a “singhiozzo” dei campi Flegrei. È sempre la natura ad avere l’ultima parola e, se decidesse di far esplodere un qualsiasi supervulcano, non potremmo assolutamente evitarne le conseguenze apocalittiche.
Ludovico Zarrelli